E’ un articolo molto divertente ed interessante quello pubblicato sul blog di Red Hat Storage da
L’autrice presenta infatti un parallelo tra cinque buone usanze e come queste si applichino ai principi del software defined storage. Eccole descritte brevemente:
- Always share: condividi sempre. Poiché le strategie aperte del software defined storage passano principalmente dalla collaborazione e dalla condivisione.
- Reduce, reuse, recycle: riduci, riusa, ricicla. A rimarcare come le macchine che stanno per essere dismesse in virtù delle nuove arrivate potranno essere utilizzate come nodi dello storage, onorando così la propria carriera e non venendo buttate.
- Eat your veggies so you grow big and strong: mangia le verdure così cresci sano e robusto. La capacità di scalare il numero degli elementi facenti parte dello storage garantisce una crescita costante e continuativa.
- Don’t be afraid to make new friends: non aver paura di creare nuove amicizie. Il software defined storage garantisce la promiscuità di hardware poiché per definizione è hardware agnostico.
- Money doesn’t grow on trees: i soldi non crescono sulle piante. Il software defined storage per sua natura rappresenta una scelta economica in termini di tecnologia (open) e hardware impiegato (cioè che dovrebbe essere dismesso).
Nell’affrontare argomenti come big data e cloud le soluzioni storage software stanno diventando sempre più un’alternativa vincente.
Provarci quindi pare decisamente una scelta sensata, almeno per cinque motivi 🙂
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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