Sapete bene quanto siamo fan del modello opensource per lo sviluppo (e il rilascio) del software. I motivi sono molti, e non solo economici (anche perché open non significa gratis), ma spesso sono proprio questi a dare giustificazione nelle grandi organizzazioni, come in uno Stato (vedi il nostro Ministero della Difesa).
In una organizzazione politica (sempre come uno Stato), le motivazioni possono comprendere ragioni più di immagine e trasparenza, secondo una logica tipo “tutto quello che i cittadini pagano deve essere liberamente disponibile ai cittadini”; e su queste abbiamo già visto il governo americano proporre una nuova politica per il software sviluppato in futuro.
Bene: la Bulgaria supera gli USA!
Il mese scorso il parlamento bulgaro ha fatto diventare legge una proposta (simile a quella americana) del governo bulgaro, con decorrenza 1 luglio. L’articolo particolarmente esplicito, cuore della legge, dichiara che:
Upon preparation of technical and functional assignments for public procurement to develop, upgrade or implementation of information systems and e-services, administrative authorities must include the following requirements:
1. when the subject of the contract includes the development of computer programs:
a) computer programs must meet the criteria for open source software;
b) all copyright and related rights on the relevant computer programs, their source code, the design of interfaces and databases which are subject to the order should arise for the principal in full, without limitations in the use, modification and distribution;
c) development should be done in the repository maintained by the Agency in accordance with Art. 7c pt. 18;
Nella preparazione delle richieste tecniche o funzionali per bandi pubblici di sviluppo, upgrade o implementazione dei sistemi informatici e degli e-services, le autorità amministrative devono includere i seguenti requisiti:
1. quando l’oggetto del contratto comprende lo sviluppo di programmi per computer:
a) il programma per computer deve rispettare i criteri per il software open source;
b) tutto il copyright e i relativi diritti dei programmi per computer rilevanti, del loro codice sorgente, del design delle interfacce e dei database che sono oggetto del contratto dovranno essere assegnati al committente in pieno, senza limitazioni nell’uso, la modifica e la distribuzione
c) lo sviluppo dovrà essere fatto nel repository mantenuto dall’agenzia in accordo con l’articolo 7c parte 18.
La legge continua stabilendo la preferenza dei formati liberi per i file, del libero accesso ai dati, della neutralità delle infrastrutture per l’accesso ai dati, e la condivisione automatica interna dei dati.
Insomma, una legge che non solo auspica, ma prescrive in futuro solo software opensource e di libero uso, almeno per quanto riguarda quello sviluppato per conto delle amministrazioni pubbliche: che sia di stimolo per un’adozione europea di questa politica? Noi speriamo di sì.
Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.
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