L’avvocato Jack Wallen è sicuro: la gente dell’OpenSource, dovrebbe usare software chiuso!

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Jack Wallen, che di mestiere fa l’avvocato OpenSource e l’articolista per Linux.com e TechRepublic non ha dubbi: gli utenti OpenSource dovrebbero senza ombra di dubbio accogliere ed utilizzare il software ClosedSource.

Il punto di partenza del ragionamento spiegato all’interno dell’articolo è semplice: Microsoft e Apple non fanno soldi vendendo Windows o OSX, tanto che Wallen stima come da qui a cinque anni i sistemi operativi di queste major saranno totalmente OpenSource. I primi segnali sono chiari, come osservabile all’indirizzo http://opensource.apple.com o ripercorrendo le recenti aperture Microsoft nei confronti dell’OpenSource.

La domanda nasce quindi spontanea: cosa garantirà introiti a queste società? Secondo Wallet saranno i piccoli prodotti closed source a garantire continuità e proprio per questo l’autore sottolinea come gli utenti OpenSource dovrebbero allargare i propri orizzonti verso i software Closed per garantirne il sostentamento ed aumentarne la qualità.

Queste le sue parole:

That doesn’t mean, in any way, you are giving up on the idea of freedom. What it means is that the best tool for the job is the one you should be using…be that open, closed, or somewhere in between. Should you close your mind to close sourced tools, you could miss out on some seriously amazing applications.

Questo non significa in alcun modo rinunciare all’idea di libertà. Significa che i migliori tool per il lavoro dovrebbero essere quelli che si utilizzano, a prescindere che siano aperti, chiusi o una via di mezzo. Chiudendo la propria mente verso i software chiusi si potrebbero perdere alcune straordinarie applicazioni.

Ed a completamento del ragionamento aggiunge:

On top of that (and this is something I’ve harped on for decades), the more you use closed source applications on open source environments, the more will be made available.

Più che altro (ed è una cosa che ripeto da decenni) più i software chiusi verranno utilizzati in ambienti open, più saranno resi disponibili.

Quindi in sostanza la teoria di Wallet afferma come la diffusione dei software chiusi negli ambienti open (ad esempio Adobe Photoshop, Cubase, piuttosto che tutte le piattaforme di gioco) sia direttamente dipendente dall’utilizzo degli stessi sin da ora.

Cosa ne pensate?

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

2 risposte a “L’avvocato Jack Wallen è sicuro: la gente dell’OpenSource, dovrebbe usare software chiuso!”

  1. Avatar Pix3l
    Pix3l

    Gli introiti maggiori, da sempre, li hanno su assistenza e licenze, non
    sul software in se, Apple nel suo caso, dall’hardware proprio.
    Utilizzare software closed source, tipo su ambienti open, sarebbe come dare uno schiaffo alla standardizzazione.
    Potrei valutare qualcosa che adotti standard riconosciuti e mi permetta l’interoperabilità tra diversi software, ma non qualcosa che mi vincoli a se perché implementi una versione propria di standard già affermati, come fa MS da sempre su quasi tutto (exchange, office).
    La vera chiusura mentale è quella di voler somministrare a tutti i costi, software che vincola l’utente e ne limita le libertà.
    Il futuro degli introiti, sarà sempre su assistenze varie, perché ci sarà sempre bisogno di qualcuno che ti faccia funzionare e configuri bene il tutto.

  2. Avatar Simone
    Simone

    C’è un errore di fondo nella traduzione: “is that the best tool for the job is the one you should be using” significa “che i tool per il lavoro che dovresti utilizzare dovrebbero essere quelli migliori “. Che non è un concetto totalmente sbagliato, altrimenti l’open source rischia di rimanere roba da pochi professionisti che possano permettersi di perdere soldi per fissarsi a non utilizzare un software. A mio avviso ci dovrebbe essere una miglior legislazione in merito, che permetta alle aziende che creano questi tools di proteggere la proprietà intellettuale pur depositando il codice. Oppure sviluppare delle sandbox ben integrate per far girare questi tools negli os open. A sentir parlare certi linuxiani mi par di sentire quei vegani integralisti che darebbero fuoco a chiunque non la pensi come loro, a prescindere dalla realtà dei fatti.

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