Da diversi anni, dal 2010 per l’esattezza, va avanti la diatriba tra Oracle e Google riguardo l’utilizzo da parte di Android di alcune API presenti in Java.
Le API (Application Programming Interface) sono delle specifiche pubbliche per l’esecuzione di particolari operazioni tramite codice: se quest’ultimo può essere open o closed source, coperto o meno da copyright e licenze, le API sono solitamente pubbliche, poiché altro non sono che il punto di accesso che gli sviluppatori (utenti) devono utilizzare per l’esecuzione di quel particolare codice.
Da diverso tempo si discute se le API di per se possano o meno essere coperte da copyright e, di fatto, questa decisione spetta ad ogni singolo stato.
Quando Google ha iniziato lo sviluppo di Android, ha replicato alcune API già presenti nel codice Java (da notare, le API, non il codice), al fine di fornire delle interfacce familiari ai suoi sviluppatori; e quando Oracle ha acquisito la proprietà di Java, ha pensato che Google dovesse pagare per essere autorizzata all’uso di quelle API; autorizzazione che, in passato, fu esplicitamente fornita, ad esempio, agli sviluppatori di OpenJDK.
Quando inizialmente (nel 2012) il giudice americano William Alsup aveva decretato che le API non possono essere coperte da copyright, decisione che poi ha cambiato in fase di appello, Google ha deciso di sfruttare il “fair use”.
Il fair use è un’eccezione al copyright permessa dalla legge americana, sfruttabile quando l’utilizzo di materiale sotto copyright da parte di enti esterni al detentore non nuoce direttamente l’interessato.
Quindi, dopo aver esposto le loro motivazioni, e dopo due settimane di consultazione da parte dei giurati, è stato decretato che la reimplementazione delle 37 API incriminate da parte di Google rientra in questo caso, e quindi non è condannabile.
Today’s verdict that Android makes fair use of Java APIs represents a win for the Android ecosystem, for the Java programming community, and for software developers who rely on open and free programming languages to build innovative consumer products.
Il verdetto di oggi riguardo il fair use delle API Java da parte di Android rappresenta una vittoria per l’ecosistema Android, la comunità di sviluppatori Java, e per gli sviluppatori software che fanno affidamento su linguaggi di programmazione liberi ed aperti per costruire prodotti innovativi
Questo quanto affermato da Google tramite una lettera al sito arstecnica. Dall’altra parte, Oracle ha già affermato che procederà ad un ricorso.
Staremo a vedere come procederà la vicenda!
Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.
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