Si discuteva lunedì dei diversi sistemi di init e di quale fra questi verrà utilizzato nella prossima versione di Debian. Nel contempo, ieri sono circolate le dichiarazioni di Linus Torvalds in merito al non senso di tutte le CLA (Contributor License Agreement), ossia le licenze che consentono a Canonical (ma a chiunque implementi una CLA) di rendere proprietario il codice sviluppato dai contributori all’interno dei software di proprietà di Canonical stessa.
Nella lista dei software prodotti da Canonical, manco a dirlo, c’è anche Upstart.
Emergono così dettagli su come in realtà nella scelta del sistema di init da adottare nella prossima Debian, delle otto persone aventi diritto, sei abbiano votato in favore di Systemd e solo due (peraltro dipendenti di Canonical) per Upstart. Un particolare interessante però emerge da quanto affermano prima Don Armstrong (parte del comitato tecnico Debian):
“… if upstart did not have the CLA that it does, the rest of the FOSS world might have just improved it”
“… se upstart non avesse avuto al CLA che ha, il resto del mondo FOSS [Free and open-source software] lo avrebbe semplicemente migliorato”
E poi Kay Sievers, uno dei principali sviluppatori di systemd, dipendente Red Hat:
“… without the CLA, we would very likely have worked on upstart, instead of starting the systemd project”
“… senza la CLA, avremmo lavorato volentieri su upstart, anziché avviare il progetto systemd”
Alla luce dei fatti, sembra quindi che la differenza di qualità tra Systemd e Upstart, al di là del codice vero e proprio, sia l’effort della comunità. Che sia il momento per Shuttlework di ravvedersi sulla CLA?
Maggiori dettagli in questo articolo di Itwire.
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
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